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Darselio, ventisettenne innamorato della vita, è protagonista di un'avventura che è una girandola vertiginosa: in sella a un destriero che prima di tutto è parola, attraversa un mondo picaro tra Guerre del Sale, tenzoni farsesche e navi dall'improbabile capacità di galleggiamento. Cerca di cogliere ciò che distingue Fato Piccolo e Fato Grande, cerca di parlare con Dio: e lo fa rivolgendosi a genti d'ascendenze longobarde, uomini perduti lungo i tratturi piemontesi, donzelle e cavalieri di un Novecento che non è ancora passato, non del tutto. Lo fa interrogando la Natura di Lucrezio e tutto ciò che è sacro. Grazie a una lingua turbinosa, felicemente sporca e unica, veniamo gettati in un universo le cui coordinate stanno tra la commedia e il grottesco, tra la giocoleria secentesca e la finezza tutta contemporanea. Un libro da godere, che chiede ci si perda in esso. Una storia che una volta letta, terminata, sembra continuare tra le pieghe delle nostre giornate.